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Cosa si mangia in Islanda?

  • Immagine del redattore: Luca Reginelli
    Luca Reginelli
  • 3 lug 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Spesso mi viene chiesto cosa si mangi in Islanda, a volte è per pura curiosità, altre invece è perché devono venire in viaggio con me e sono preoccupati. Inizierò con il dire che come per qualsiasi altro luogo esistono pietanze deliziose e altre decisamente poco desiderabili, qui ho trovato alcuni dei piatti più buoni mai assaggiati e probabilmente anche il peggiore. Non sono un esperto culinario e mi limiterò a raccontare quello che è per me il cibo islandese in base alle mie scoperte durante le avventure in questa terra.



L’Islanda è un’isola sperduta nel nord dell’oceano Atlantico, ed era difficile da raggiungere in passato, dunque la sua cultura culinaria più antica è caratterizzata dai pochi prodotti reperibili sul territorio e dai metodi di cucina e conservazione più arcaici. Trovandosi in mezzo al mare la sua cucina è ricca di piatti a base di pesce in primis, ma anche di ortaggi (quelli che si riescono a coltivare in queste aree), e carne, principalmente agnello, ricordiamo che in Islanda ci sono più pecore che persone, e non danno solo lana!

In passato per conservare i cibi si ricorreva alle tecniche di essicazione, fermentazione ed affumicatura, che tuttora sono molto presenti nella cultura culinaria del paese. Tuttavia in seguito alla turisticizzazione dell’isola è ora possibile trovare piatti della cultura internazionale come pasta, pizza e hamburger quasi ovunque, ad esclusione dei luoghi più lontani dal turismo, dove ancora è forte la tradizione islandese.

L'Islanda è un paese molto costoso, non mi stancherò mai di dirlo, se si vuole mangiare bene bisogna aprire un mutuo. Proprio per questo quando conduco dei viaggi on the road cerco sempre di puntare al risparmio per i pranzi, facendo spesa al supermercato. Si trovano prodotti di qualità ma anche altri veramente scadenti, come pane e affettati dai colori e consistenze dubbie tra cui l'ormai coniato "salame radioattivo" (per via del suo colore fluo). Oppure ci sono i cibi precotti, come quello della foto, che sembra tutt'altro che cibo, e invece sono polpettine con purè, che nonostante l'aspetto non sono poi così male. Ma questo è appunto quello che si trova se si vuole vivere con poco, vediamo ora i prodotti più tipici.


Leggendo guide online si trovano una miriade di pietanze veramente bizzarre come la testa di pecora bollita, i testicoli di montone, la pulcinella di mare e la carne di balena. Piatti che esistono, e sono serviti veramente sulle tavole islandesi, ma non sono sicuramente la prima cosa che si trova sul menù di un qualsiasi ristorante. In un comune locale dell’isola è molto più plausibile trovare pietanze meno peculiari, ma sicuramente non mancheranno mai: pesce (principalmente merluzzo e salmone), agnello, cavallo, zuppe di ogni tipo, pane nero e birra.

È proprio con queste portate, spesso molto semplici, che mi sono innamorato della cucina islandese, qui sotto vi faccio vedere le foto in ordine di alcuni dei piatti più buoni mai mangiati: Merluzzo e patate, Salmone cotto al naturale e zuppa tipica di ortaggi e agnello.


Ci sono anche numerosi ristoranti che amano l’innovazione, principalmente nelle città più grandi, dove si trova facilmente l’incontro tra tradizione islandese e le importazioni di cucine estere come ad esempio quella italiana. A mio parere in questi locali sono spesso serviti piatti con materie prime ottime, ma difficilmente ho trovato un buon senso per gli abbinamenti, un esempio? Stoccafisso con pesto, buono, ma... era necessario? Ovviamente questi sono pareri personali.

Ho comunque trovato anche piatti sofisticati che mi hanno fatto esplodere le papille gustative, al Pakkhús Restaurant di Höfn, ho mangiato i gamberi più buoni della mia vita, e non erano nemmeno l’elemento principale del piatto, era il salmone, anche questo buonissimo. Ecco le foto di alcuni suoi piatti.


Oltre a questo si trovano cibi noti per la loro poca bontà. Esistono ad esempio le chips di merluzzo essiccato, vendute al supermercato come pacchetti di patatine. L’odore è quello dello stoccafisso ma quando si vanno poi a mangiare sono molto meglio di quello che si può immaginare, e sono estremamente ricche di proteine. Altro punto critico è lo squalo fermentato, erroneamente tradotto come “squalo putrefatto”. È una pietanza che non piace nemmeno agli islandesi ed è usata perlopiù come sfida per i turisti che vogliono provarlo. Dall'odore sembra marcio, lo squalo infatti viene fatto fermentare sottoterra per mesi, e il sapore e la consistenza non aiutano. Se volete avventurarvi in questa impresa lo potete trovare a cubetti nei supermercati, in confezioni sotto il nome di hákarl. Solo per stomaci forti! Gli islandesi lo accompagnano con acquavite per cercare di mitigarne il sapore.


Una parentesi dovuta è quella sugli alcolici, in Islanda c’è stato il proibizionismo fino al 1989 che ne impediva la vendita. Ora è possibile acquistarli nuovamente, ma nei supermercati si trovano solo bevande con gradazione fino a 2,25%, e per lo più birre. Per tutto il resto esistono degli appositi negozi chiamati Vínbúðin, con orari non comodi agli islandesi per non istigarne l’acquisto. In questi negozi si trova di tutto, da liquori, ad amari, vodke e vini. I prezzi come sempre sono molto alti, e sono maggiori tanto più è alta la gradazione alcolica. Se volete fare qualche acquisto senza vendere un rene vi consiglio il duty free dell’aeroporto, e sicuramente risparmierete qualche euro.


In questa breve descrizione spero di avervi fatto venire voglia di visitare una terra a me molto cara e di provare tutti i suoi sapori. Assaggiate tutto ovunque andiate, fate sempre in tempo a dire "non mi piace", ma almeno saprete che non vi siete persi nulla!



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